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Il Giardino del Mandarino Yu a Shanghai

Pubblicato il: 19 Marzo 2019

Varcare la soglia di questo giardino equivale a valicare i confini del tempo

Anni fa, durante il mio viaggio in Cina, visitai un meraviglioso Giardino e ne rimasi profondamente incantata, forse perché da sempre affascinata dalla cultura orientale e da quella cinese in particolare.

Anni fa, durante il mio viaggio in Cina, visitai un meraviglioso Giardino e ne rimasi profondamente incantata, forse perché da sempre affascinata dalla cultura orientale e da quella cinese in particolare.

“Il Giardino del Mandarino Yu” si trova nella vecchia Shanghai.

Varcare la soglia di questo giardino equivale a valicare i confini del tempo, oltre cui è possibile scoprire scorci fiabeschi e sentieri sinuosi che si snodano tra terra e acqua, incastonati tra rocce scultoree e cespugli fioriti. Un microcosmo meraviglioso e perfetto che incarna tutto il sentimento e la cultura cinese, che fin dall’Antichità attribuiva forze segrete agli elementi della natura, venerati come divinità.

Avventurarsi per questo Giardino equivale a scoprire un sapere antico, spesso a noi sconosciuto ed incomprensibile, in cui l’elemento dell’acqua, simbolo di vita è rappresentata attraverso il laghetto, in cui non possono mancare le carpe rosse, che nella cultura cinese sono il simbolo di buon auspicio e prosperità.

Il fascino delle forme del Giardino si lega a credenza antiche e locali, secondo cui gli spiriti maligni, capaci di percorrere solo percorsi rettilinei, in balia di queste linee sinuose sono destinati a smarrirsi. Anche gli ingressi hanno forma circolare, poiché privi di spigoli, in cui gli spiriti possono nascondersi e anche le soglie, sempre rialzate, hanno la funzione di farli inciampare, impedendogli l’ingresso.

Il Giardino cinese rappresenta la perfetta simbiosi tra i principi dl Taoismo e l’esigenza primordiale di creare scene del paesaggio in miniatura, secondo precisi rapporti e proporzioni, che durante le stagioni, regalano incessanti fioriture, che incorniciano suggestivi scorci prospettici, ammirabili in ogni angolo del giardino, ideati per il raggiungimento della perfezione universale.

Sia gli scorci del Giardino, sia la riproduzione in pianta, fanno ben comprendere come la loro organizzazione distributiva e le loro forme siano completamente diversi da quelli Occidentali. Inizialmente solo i nobili potevano permettersi di realizzare un Giardino, ma nel tempo tale soluzione si diffuse anche nelle semplici dimore private. Le abitazioni cinesi erano cinte da mura, in cui era spesso presente una corte interna. A differenza dei Giardini Occidentali, realizzati come luogo di rappresentanza per accogliere e sbalordire i propri ospiti, il Giardino cinese nasce per essere concepito come spazio sacro e privato, come luogo di meditazione in cui venivano riprodotte le divinità adorate dal Taoismo, come l’acqua, la montagna, la terra eccetera.

Ricordo che immersa in questo luogo incantato mi sembrava di sognare mentre ne scoprivo gli angoli più nascosti, tra rocce e draghi in pietra, chiome dei salici che ricadevano nell’acqua, fioriture delicate, padiglioni e sale da tè. Un luogo straordinario che celebra una cultura antica e profonda, di cui molto è andato perduto, ma che giungendo in luoghi simili può lasciarsi ancora scoprire e farci ammaliare, poiché non può esiste, ai miei occhi, alcun spettatore che non resti rapito da tale splendore.

E anche adesso, che sono lontana da quel luogo e da quei ricordi, nel rivedere le immagini, chiudo gli occhi e la mia mente mi riporta in quel meraviglioso Giardino e protetta da quelle mura, immersa in quel microcosmo perfetto, ogni favola mi sembra ancora possibile.