Quella volta che Tv Tokio mi ha intervistata
Pubblicato il: 08 Agosto 2017
La televisione giapponese intervista l’Arch. Caterina Angela Contu
Da anni impegnata nella Progettazione del Verde e nello studio dei Giardini dell’Antichità, raccontati nel suo libro, prossimamente in uscita
Quella volta che Tv Tokio mi ha intervistata
Lo studio Arch&Garden approda a Tokyo, in un documentario culturale sui " I Giganti dell’Arte" nella puntata dedicata ai Giardini Rinascimentali Italiani, in onda sulla prestigiosa emittente televisiva Tv Tokio.
L’Arch. Caterina Angela Contu, Progettista di Giardini e del verde, da anni impegnata nella stesura del suo libro, prossimamente in uscita, sul Simbolismo dei Giardini dell’Antichità e Rinascimentali è stata scelta, dopo una lunga ricerca, per un’intervista esclusiva sui Giardini Rinascimentali Italiani ed in particolare su Villa d’Este a Tivoli.
L’intervista è stata realizzata dalla produzione Nexus Inc., con sede a Tokyo ed è stata diretta dal registra Hidetoshi Takata e dal suo staff, che ha scelto di girarla nel giardino dello Studio Arch&Garden, all’ombra di un Leccio secolare.
Durante le riprese, il regista ha voluto cogliere l’essenza dei Giardini Italiani al fine di poter comprendere un’arte molto diversa da quella giapponese. Le minuziose domande sono state simultaneamente tradotte da Junko Ichiura, dello staff Nexus.
L’intervista andrà in onda sabato 2 Settembre 2017 alle ore 22.00 su TV Tokyo, durante la puntata dedicata a Villa d’Este.
L'intervista...
Arch. Contu, in cosa consiste il fascino di Villa d’Este e cosa aveva di rivoluzionario questo Giardino, per la sua epoca?
Il Giardino di Villa d’Este è un Giardino Rinascimentale sorprendente per vari aspetti, ma due sono gli elementi fondamentali che lo caratterizzano, ossia l’elemento dell’acqua e la pendenza del terreno. L’acqua è la protagonista assoluta della composizione, impiegata in maniera unica e spettacolare. La pendenza del terreno, in origine fortemente scosceso, rese necessarie imponenti opere di sbancamento e la realizzazione di contrafforti, al fine di ottenere i terrazzamenti su cui si sviluppa l’intera composizione; quindi un’opera assai imponente per quei tempi. Tornando invece all’elemento dell’acqua, Villa d’Este è un tripudio di fontane, cascate, spruzzi, zampilli e giochi d’acqua di ogni genere e forma, in cui non mancano meccanismi sonori che richiesero un’opera grandiosa di ingegneria idraulica, che comprendeva canalizzazioni, vasca di raccolta ed una condotta interrata, per ottenere l’adduzione dell’acqua direttamente dall’Aniene. Questa tipologia compositiva del Giardino si basa su un antico modello persiano, detto Chahar bagh (termine che deriva da “Chār“= 4 e “bāgh” = “giardino” in persiano) che prevedeva l’inserimento di due assi rettilinei e perpendicolari, di cui uno era un viale e l’altro un canale d’acqua, che creavano la suddivisione dell’area in quattro o in multipli di quattro. Questo modello compositivo dominerà quasi tutti i Giardini Rinascimentali e richiama il simbolismo del mondo quaternario, che identifica il quadrato come l’elemento terrestre, in cui i vertici rappresentano i quattro punti cardinali, le quattro stagioni, ma anche i quattro elementi della natura: acqua, terra, fuoco e aria. Anche Villa d’Este presenta una composizione che si basa su schemi geometrici e numerologia, che rievocano un simbolismo antico e profondo.
Qual è la frase che riassume il fascino di Villa d’Este?
Potrebbe essere “Il tripudio magico dell’acqua che incanta nel tempo”. Poiché nella magnifica composizione di Villa d’Este l’acqua è celebrata in maniera teatrale e tutto venne creato per suscitare stupore e meraviglia. Lungo i sentieri terrazzati del Giardino si susseguono vasche, cascate e spruzzi, ma anche fontane capaci di riprodurre effetti sonori, come la Fontana dell’Organo o cinguettii e movimenti di uccelli meccanici, come nella Fontana della Civetta, ottenuti sfruttando la pressione dell’acqua, senza l’uso di meccanismi meccanici. Furono i racconti di tali prodigi ad essere tramandati e decantati nel tempo, che fecero accrescere la fama di questo Giardino e che ancora oggi risultano sorprendenti.
Quali sono le caratteristiche dei Giardini Rinascimentali Italiani?
I Giardini Rinascimentali Italiani erano dei Giardini di rappresentanza, sontuosi e bellissimi, che avevano la funzione di sorprendere, emozionare ed incuriosire gli ospiti, celebrando il potere ed il prestigio del Signore che li abitava. Il loro impianto è caratterizzato dalla presenza di terrazze, forme geometriche, simmetria e numerologia, che richiamano il concetto di ordine, che si contrapporre al caos, generato invece dal disordine. Questi concetti, di origine molto antica, vengono ripresi all’interno dei Giardini per sottolineare come, attraverso gli allineamenti e la rigorosa geometria, l’uomo riesce a ritrovare facilmente l’orientamento, basandosi su punti di riferimento, che gli consentono di capire e ritrovare se stesso. Concetti di cui aveva bisogno l’uomo del Rinascimento.
Quali erano i rapporti tra la villa ed il Giardino e come veniva scelta la zona su cui realizzare la villa.
I Giardini Rinascimentali si strutturano lungo assi compositivi che sottolineano l’ingresso del palazzo o della villa. Il luogo scelto per la realizzazione doveva risultare in posizione rialzata, rispetto al paesaggio circostante, come ad esempio su una collina. Ciò consentiva di incorniciare visioni prospettiche che sottolineavano l’immagine dominante del Palazzo, rispetto all’intorno, mano a mano che vi si giungeva dal Giardino. Questa configurazione è presente anche a Villa d’Este, come in moltissimi altri giardini, come ad esempio a Villa Petraia nei pressi di Firenze. L’ospite era accolto dal tripudio di colori e profumi del Giardino ed attraverso siepi labirintiche e aiuole fiorite, collocate a quote terrazzate, giungeva alla villa, posta sulla sommità. Da questa posizione privilegiata era possibile ammirare il Giardino sottostante in tutta la sua bellezza.
Può spiegarci in che modo il Giardino Rinascimentale aveva la funzione di arricchire l’uomo?
Questi Giardini raccolgono un sapere antico e profondo, che viene rappresentato in modo esemplare. Il Giardino Rinascimentale infatti si compone di una serie di elementi che identificano una sorta di percorso da seguire al suo interno. Una sequenza emozionale in cui si attraversano labirinti, Grotte oscure, Isole galleggianti, accompagnati da sculture mitologiche disseminate in tutto il Giardino, fontane e giochi d’acqua, collocati secondo una precisa successione. Tali elementi sono legati ad un preciso simbolismo capace di suscitare precise emozioni, come ad esempio di smarrimento nel caso del Labirinto, o timore davanti all’oscurità della Grotta, da sempre associata alla dimora di esseri mostruosi. Attraversare questi elementi significa, metaforicamente, mettere alla prova se stessi, superando le proprie fragilità e paure interiori, per poter poi raggiungere la vetta più alta, che rappresenta il raggiungimento del proprio obiettivo. Questo è un modo diverso di percorrere il Giardino Rinascimentale, cogliendone l’aspetto fortemente simbolico e spirituale.
Qual è il rapporto tra la villa ed il suo Giardino? È vero che nulla è lasciato al caso e che gli elementi che compongono il Giardino o la villa sono stati volutamente inseriti?
In epoca Rinascimentale la sapiente maestria del tempo, unita alla profonda conoscenza dell’arte Classica e dell’Antichità, crearono la miscela alchemica perfetta che diede origine ad incantevoli Giardini. Il palazzo entra a far parte della composizione del Giardino trovando ideale collocazione lungo l’asse principale, secondo puntuali regole geometriche e principi di simmetria. Tuttavia esistono esempi, come Villa Lante a Bagnaia, in cui il palazzo assume un ruolo quasi marginale rispetto al Giardino stesso, che invece continua a dominare l’intera composizione. Le profonde conoscenze degli artisti del tempo, la geometria e la numerologia presenti nei Giardini Rinascimentali dimostrano che nulla veniva inserito casualmente, ma secondo una sapiente logica compositiva, in cui ogni elemento aveva una precisa sequenza, funzione e significato.
In che modo l’arte romana ha influenzato i Giardini?
L’eredità antica dei Giardini venne tramandata per secoli. I romani si rifecero all’arte greca ed in seguito tramandarono a loro volta l’Ars topiaria e le loro conoscenze idrauliche. Quest’antica tradizione, in epoca medievale, sopravvivrà grazie alle comunità monastiche, per poi raggiungere il massimo splendore nel Rinascimento. I Giardini in epoca romana iniziarono ad essere realizzati all’interno dei patii delle abitazioni, in questo modo la natura, spesso rappresentata nelle pitture parietali, iniziava ad entrare all’interno della casa. I romani scoprirono che potevano modellare alcune specie sempreverdi, dando vita all’Ars topiaria, che nel tempo, si arricchirà di ingegnose soluzioni idrauliche, magistralmente impiegate per la realizzazione degli acquedotti. Ma i primi grandi Giardini e Parchi nacquero in Oriente, secoli prima della nascita dell’Impero Romano, per poi evolversi nel tempo. Venivano raccontati e descritti come luoghi paradisiaci in cui l’uso di assi perpendicolari e la suddivisione dello spazio in quattro, nonché la costante presenza dell’acqua, rievocavano le scritture di testi sacri.
Ci può precisare l’impiego dei due assi in epoca romana e cosa accadeva nel punto di intersezione?
I romani erano un popolo che prediligeva l’aspetto pratico e funzionale. Essi ricorsero all’impiego di assi perpendicolari sia per l’organizzazione dei loro accampamenti, sia in ambito urbanistico. Le loro città erano organizzate intorno al Cardo (asse nord-sud) e al Decumano (asse est-ovest), mentre nel punto di intersezione, erano collocati i Fori, centro economico e politico. Uno schema molto pratico in cui l’impostazione geometrica della maglia regolare, garantiva ordine e facile individuazione di punti di riferimento, nell’impianto urbano. Anche la composizione dei Giardini Rinascimentali si struttura intorno a due assi principali, perpendicolari fra loro. Nel punto di intersezione veniva solitamente inserita o una fontana o un padiglione. Come accade anche a Villa d’Este, ad esempio nella Fontana dei Draghi.
E questo impianto deriva dall’antica Roma?
In realtà i Giardini Rinascimentali sono il risultato di un sapere molto più antico, tramandato nel tempo e ripreso prima dall’arte greca e poi dai romani, ma che fonda le sue radici in terre ed epoche lontanissime, come testimoniano incisioni parietali e monumenti funebri risalenti all’Antico Egitto. E’ sorprendente come i primi esempi di Giardini ebbero origine, oltre 3000 anni fa, in territori ostili, arsi dal sole, ma benedetti dalla presenza dell’acqua dei fiumi. La tradizione dei Giardini prosegui durante l’impero persiano, arricchendosi di elementi e simbolismi che domineranno le composizioni Rinascimentali. Proprio in epoca Rinascimentale si attinse da questa tradizione antica per ottenere una matrice compositiva in cui ritroviamo lo schema del modello persiano e la presenza dei due assi che suddividono l’area in quattro o multipli di quattro.
In che modo i concetti di Alberti hanno influenzato la progettazione dei Giardini?
Quello che si realizzerà in epoca Rinascimentale all’interno dei Giardini, venne anticipato da Alberti nel libro nono del suo trattato, il “De Re Aedificatoria”, pubblicato nel 1485. Alberti rifacendosi alle indicazioni dei medici e ai benefici dell’aria pura, consigliava di trasferirsi in una villa in campagna, in cui beneficiare della presenza del Giardino. L’ubicazione della villa doveva risultare non troppo distante dalla città, in modo da poter far fronte agli impegni lavorativi, politici, evitando lunghi spostamenti. Alberti suggeriva inoltre una posizione rialzata della villa, magari sopra una collina, in modo da poter apprezzare la bellezza del paesaggio circostante e in cui godere di un’aria più ventilata. La presenza del Giardino veniva ritenuta salutare e al suo interno non dovevano mancare prati fioriti e boschi, per le passeggiate, sorgenti d’acqua limpida, in cui bagnarsi. Altre indicazioni riguardavano la strada per raggiungere la villa, che doveva risultare un percorso con lieve pendenza, in modo da non far percepire la salita.
Gentilissima Arch. Contu la ringraziamo per la sua disponibilità e per averci arricchito di tanti elementi e fornito un nuovo modo di leggere i Giardini, aprendoci un mondo enorme sui Giardini Rinascimentali. Siamo molto felici che lei abbia accettato la nostra richiesta, prestandosi a questa intervista.
Per me è stato un piacere e un onore, un’opportunità preziosa, poiché ritengo che attraverso la conoscenza storica sia possibile comprendere il grande valore dei Giardini dell’Antichità, necessaria per realizzare oggi e in futuro, nuove ed innovative soluzioni progettuali, capaci di ridare ai Giardini il loro antico ruolo di rappresentanza.
Il programma televisivo “I Giganti dell`Arte”, va in onda ogni sabato sera dalle 22:00 alle 22:30 sulla emittente TV Tokyo ed ogni puntata è dedicata ad una forma di arte: pittura, scultura, architettura etc...
Per motivi legati ai diritti televisivi di TV Tokyo, non è possibile pubblicare il video dell’intervista. La puntata di sabato 2 settembre 2017 è stata inserita nella programmazione all’interno del sito ufficiale di TV Tokyio